Il defibrillatore è obbligatorio in aereo e in aeroporto? Dal 2021 sì
La legge 116, entrata in vigore nell’agosto di quell’anno, ha decretato che i defibrillatori automatici e semiautomatici debbano essere obbligatori per alcuni luoghi e categorie, tra cui mezzi di trasporto, stazioni e aeroporti.
Perché il defibrillatore è importante in aereo e aeroporto
Grazie a questa legge, anche in Italia si sta iniziando a ragionare in termini di cultura della prevenzione. L’arresto cardiaco infatti colpisce più di 73.000 persone ogni anno solo in Italia, a prescindere da genere, età e stato di salute.
È per questo motivo che il legislatore si è mosso decretando l’obbligo di dotazione di DAE per luoghi chiave come uffici pubblici, scuole e università, palestre e ASD, e raccomandandolo caldamente anche per le aziende.
I dati ci dicono che l’80% degli arresti cardiaci avviene lontano da ospedali e luoghi di cura: usare un defibrillatore è spesso l’unico modo per intervenire subito ed evitare il peggio. Soprattutto in posti affollati come stazioni o mezzi di trasporto, avere un defibrillatore raggiungibile entro 2-3 minuti è importantissimo.
Cosa prevede la normativa italiana per aerei e aeroporti?
La legge 116/21 all’articolo 1 comma b) parla esplicitamente di obbligo dei defibrillatori su mezzi di trasporto e stazioni.
Più nello specifico, il DAE diventa obbligatorio “negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nei porti, a bordo dei mezzi di trasporto aerei, ferroviari, marittimi e della navigazione interna che effettuano tratte con percorrenza continuata, senza possibilità di fermate intermedie, della durata di almeno due ore”.
Tutti i mezzi di trasporto che effettuano tratte oltre le due ore, quindi, sono obbligati a dotarsi di defibrillatore, aerei compresi. Una misura importantissima: i dati di Quotidiano Sanità infatti ci dicono che, sebbene gli arresti cardiaci siano appena lo 0,3% delle emergenze mediche in volo, sono però causa di morte nell’86% dei casi.
I casi di problemi cardiaci non sono rari a bordo degli aerei: in generale gli esperti sconsigliano di volare a quelle persone che manifestano problemi respiratori già a riposo, a chi soffre di aritmie o di determinate patologie cardiache.
La legge italiana ha recepito anche quelle che sono le linee guida proposte nel 2017 al congresso Euroanaesthesia da un gruppo di ricercatori guidati dal professor Jochen Hinkelbein dell’Università di Colonia, Presidente della Società Tedesca di Medicina Aerospaziale (DGLRM).
Secondo quanto emerso dal congresso, le linee guida principali che le compagnie aeree dovrebbero seguire sono poche ma fondamentali: l’equipaggio, formato nella rianimazione di base cardiopolmonare, deve illustrare le misure di emergenza prima del decollo e far presente ai passeggeri quali siano le attrezzature mediche disponibili a bordo.
DAE in aereo, quali compagnie li hanno?
Come abbiamo già accennato, sono molte le compagnie aeree a essersi dotate di DAE a bordo già da qualche anno. Le compagnie aeree che operano negli Stati Uniti hanno l’obbligo di defibrillatore già dal 2004; altre compagnie, in Europa come nel resto del mondo, hanno iniziato a dotarsi di questi dispositivi salvavita nel corso degli anni successivi.
Si tratta sia di grandi compagnie di bandiera come British Airways, Lufthansa, Emirates e Etihad, sia compagnie low-cost come Ryanair e easyJet.
Chi può utilizzare il DAE
Le linee guida di cui abbiamo parlato, messe a punto da esperti della Società Tedesca di Medicina Aerospaziale, prevedevano già nel 2017 che ci fosse un defibrillatore a bordo e che l’equipaggio fosse formato per le operazioni base di rianimazione cardiopolmonare.
La legge italiana 116/21, però, esplicita l’obbligo di dotarsi di DAE per mezzi di trasporto che effettuano tratte superiori alle due ore e la possibilità per tutti di ricorrere anche ai defibrillatori automatici e semiautomatici, qualora non possano intervenire persone formate nel primo soccorso.
Se in aereo è presente un DAE, è l'equipaggio stesso, come abbiamo detto, ad avere la preparazione adeguata per usare il defibrillatore.
Quali sono le possibili conseguenze della mancata manutenzione di un DAE in aereo o aeroporto?
Sia in aereo che in aeroporto esistono protocolli di manutenzione programmata, in quanto il controllo periodico dello stato dei DAE rientra nelle procedure di sicurezza sia a terra che a bordo dei velivoli.
Ma perché è necessaria la manutenzione periodica dei defibrillatori?
Sebbene il DAE possa sembrare spento, è in realtà progettato per essere sempre pronto all’uso: tutti i giorni il defibrillatore esegue autotest e controlli interni che monitorano costantemente lo stato di efficienza del DAE, segnalando eventuali malfunzionamenti. Questi autotest portano le batterie a scaricarsi progressivamente, motivo per cui è necessario un controllo periodico sul defibrillatore.
Una manutenzione attenta e costante del DAE, infatti, è fondamentale. Nel momento del bisogno il defibrillatore deve essere perfettamente funzionante, e soprattutto devono funzionare correttamente quelle componenti che nel tempo tendono a deperire.
Gli elettrodi hanno una data di scadenza che è sempre riportata sulla confezione originale fornita dal produttore (la durata è di circa 5 anni). Le piastre adesive del defibrillatore “scadono” perché sulla loro superficie c’è un gel che tende progressivamente a seccarsi e serve sia a far aderire perfettamente le piastre al torace della persona soccorsa sia ad agire da conduttore della scarica elettrica erogata.
Il rischio, se batterie ed elettrodi non vengono controllati costantemente, è che in caso di bisogno il defibrillatore possa non funzionare. Quando ci si trova in viaggio, soprattutto in aereo, il rischio di non riuscire a salvare una vita a causa di un defibrillatore non funzionante è alto, dal momento che è anche impossibile ricorrere ad altre misure di emergenza.